"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

lunedì 25 ottobre 2010

A Catania la "Locanda del Samaritano", un tetto per chi ha perso tutto

Da ieri a Catania esiste un luogo dove approdare se la vita ti ha tolto tutto, anche un tetto sotto cui vivere, anche un lavoro per mantenere te stesso e i tuoi cari.

È la "Locanda del Samaritano" approntata e gestita dalla Caritas con il sostegno di tutte le persone di buona volontà.

Quaranta posti per accogliere, per non più di tre mesi, donne, uomini e interi nuclei familiari insieme a volontari e sacerdoti. Un luogo da cui ripartire.

Sono tante i volti e le storie che approdano alla Caritas, uomini e donne che chiedono aiuto in momenti di particolare disagio. Storie che spesso si assomigliano e che parlano della difficoltà di vivere, degli effetti della crisi economica che attraversiamo, dell'incapacità e della non volontà della politica di rimuovere le cause che creano bisogno e dipendenza, della mancanza di servizi e di una gestione della cosa pubblica orientata soprattutto ai bisogni degli utenti piuttosto che a distribuire prebende e opportunità clientelari agli «amici».

Storie che si somigliano, che raccontano di uno sfratto, della perdita del posto di lavoro, della famiglia che si spacca e che costringe i più deboli a vivere in strada. Storie che hanno bisogno e diritto di essere ascoltate, così come le donne e gli uomini che le incarnano hanno bisogno e urgenza di trovare una via di uscita, di essere aiutati a farlo.

Tra i primi ospiti, e sono storie come tante altre, una famiglia catanese: il padre con un lavoro precario di venditore ambulante, la madre casalinga e tre figli una dei quali affetta da una grave malattia invalidante. Tante le spese e tanti i debiti, tanti da non riuscire più a farvi fronte con una sola entrata e per giunta saltuaria.
Così, a un certo punto, prevedibile e temuto, arriva lo sfratto, ed anche quel barlume di normalità scompare. Una famiglia sul lastrico, nel senso letterale del termine. Una famiglia in preda alla disperazione.

Per loro si aprono le porte della «Locanda del Samaritano», qui troveranno il calore di una famiglia diversa, più grande, per il tempo che sarà necessario per ritrovare la serenità indispensabile per ripartire.

Altra storia, altra faccia, quella di Mario, un uomo solo, di circa 60 anni. Mario ha sempre lavorato come manovale, ma a causa di vari problemi anche familiari, ha perso il lavoro ed è finito al dormitorio della Caritas, dove vive da circa due anni. Alla sua età è troppo giovane per la pensione sociale, ma è considerato troppo vecchio per rientrare mercato del lavoro. Quale destino per Mario e per tanti che, come lui, si trovano senza il sostegno della famiglia, senza reddito e senza la possibilità di mantenersi lavorando?

La «Locanda del Samaritano» è anche per loro. Un luogo che accoglie chi viene dimenticato da tutti, chi non ce la fa a reggere i modi e i criteri imposti da un sistema sociale che non mette al primo posto l'obiettivo di dare risposte adeguate alle reali esigenze umane.
La «locanda» ricorda, con le parole dell'arcivescovo Gristina, che «è essenziale che al centro di qualsiasi azione, anche delle azioni di governo locali e nazionali ci sia sempre la persona umana».

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