"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

giovedì 14 aprile 2011

A Loreto la Rassegna di musica sacra "Virgo Lauretana"

Torna a Loreto, nella Basilica della Santa Casa, la 51.ma edizione della Rassegna di musica sacra “Virgo Lauretana”, dal 27 aprile al 1° maggio. Cinque giorni all’insegna della polifonia sacra affidata a 13 cori provenienti da 12 nazioni diverse, selezionati dal direttore artistico cardinale Domenico Bartolucci.

Alle esecuzioni in Basilica e al Teatro comunale si aggiungono quest’anno due fuori programma: il concerto dei 500 cantori al Cimitero polacco, in omaggio ai caduti della II Guerra Mondiale, e un concerto straordinario in preparazione al Congresso eucaristico nazionale, su musiche di Palestrina e Bartolucci.

Di seguito l'intervista del vice direttore artistico e rettore della Basilica lauretana, padre Giuliano Viabile, concessa a Gabriella Ceraso della Radio Vaticana.

R. – Secondo me, la caratteristica fondamentale è la qualità dei cori: quest’anno abbiamo avuto problemi a rimandare a casa cori che cantavano veramente, veramente bene!

D. – Quest’anno, quali sono i contenuti emergenti, quelli più interessanti?

R. – Quest’anno ci saranno, vista anche la partecipazione di molti cori dell’Est, autori che noi non conosciamo: cinesi, polacchi, russi eccetera … C’è molta musica dell’Est, che è soprattutto musica contemporanea. Per noi occidentali, questo è un vero arricchimento, perché noi siamo abituati alla musica non solo spagnola, ma anche tedesca e italiana. Abbiamo assistito, anche negli anni passati, a cori con esecuzioni incredibili: come riescono a tenere il tono con quelle dissonanze … Hanno un orecchio molto più educato del nostro!

D. – Questi cori vengono da tutto il mondo e vivono quest’esperienza sia spirituale sia di conoscenza reciproca. Su questi due aspetti, cosa ci può dire?

R. – I cori, che da tutto il mondo vengono nella Casa di Maria, vengono innanzitutto per lodare Maria: è un’esperienza bellissima vedere come queste persone si emozionano, soprattutto quando entrano in questa casa che dà loro qualcosa di veramente profondo.
Io ho visto gente piangere, entrando lì dentro; io ricordo che dopo pranzo la gente veniva in Basilica e voleva che li accompagnassi con un’Ave Maria perché volevano dedicarla alla Madonna.
Tutti giovani che hanno fatto un’esperienza credo profondamente spirituale. E poi, la parte più “artistica” è questo scambio culturale, di spartiti di autori che loro non conoscevano, ascoltare come si canta, tecniche di composizione diverse, espressioni musicali diverse, c’è questo scambio culturale, anche, tra loro …
La Rassegna, soprattutto il sabato, diventa come una festa. E’ un collegamento tra i popoli: la musica unisce …

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