"Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia" (Benedetto XVI, 29 luglio 2010)

lunedì 28 gennaio 2013

Benedetto XVI: nell'unione matrimoniale la fede fa crescere e fruttificare l'amore degli sposi

Nell'unione matrimoniale tra uomo e donna, la fede è indispensabile per far "crescere e fruttificare" l'amore dei coniugi, "dando spazio alla presenza di Dio Trinità e rendendo la stessa vita coniugale, così vissuta, 'lieta novella' davanti al mondo". Tuttavia, anche nel caso di nubendi non credenti, "ai fini della sacramentalità" (perché il patto resti "indissolubile") è "condizione minima necessaria" "l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa", fermo restando che è impossibile separare totalmente questi due aspetti (intenzione e fede).

È quanto spiegato dal Santo Padre Benedetto XVI ai membri del Tribunale della Rota Romana, ricevuti in udienza in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario, incentrando il suo intervento sul "rapporto tra fede e matrimonio" e sulle conseguenze che "l'attuale crisi di fede" genera parimenti nelle famiglie, "con tutto il carico di sofferenza e di disagio".

Tra le "pressanti sfide" che la "cultura contemporanea" impone all'uomo d'oggi, vi è senz'altro il dubbio acclarato "sulla capacità stessa dell'essere umano di legarsi" in maniera indissolubile per tutta la vita, e l'affermazione che ciò invece sia "in contrasto con la sua libertà e con la sua autorealizzazione".

La storia dimostra che "il rifiuto della proposta divina" porta "ad uno squilibrio profondo in tutte le relazioni umane", inclusa dunque "quella matrimoniale", condannando l'uomo "a chiudersi nel suo egoismo ed egocentrismo".

Per cui, senza la fede diviene difficile "vivere la mutua dedizione e la fedeltà coniugale", anche se ciò non significa che non sia possibile essere fedeli anche "nel matrimonio naturale", il quale "non è privo dei beni" che provengono da Dio. In ogni caso, "il rifiuto della dimensione sacra dell'unione coniugale" - ha aggiunto il Papa - rende sicuramente "ardua l'incarnazione concreta del modello altissimo di matrimonio concepito dalla Chiesa secondo il disegno di Dio".

La vicinanza di Dio permette allora di "superare anche le situazioni più avverse", come dimostrano le esperienze di fede dei Santi - "che hanno vissuto l'unione matrimoniale e familiare nella prospettiva cristiana" -, ed è importante "nella realizzazione dell'autentico bene coniugale, che consiste semplicemente nel volere sempre e comunque il bene dell'altro".

Giovanni Tridente

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