Benedetto XVI lo aveva già annunciato il 24 aprile del 2005 quale sarebbe stato il suo "vero programma di governo", cioè quello di ascoltare sempre la parola e la volontà del Signore, per lasciarsi "guidare da Lui, cosicché sia Egli stesso a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia".
In quella stessa circostanza, nella prima Messa per l'inizio del suo ministero petrino, riferendosi all'eredità lasciata dal suo Predecessore Giovanni Paolo II - sperimentata proprio "nei tristi giorni della malattia e della morte del Papa" - disse che "la Chiesa è viva. E la Chiesa è giovane. Essa porta in sé il futuro del mondo e perciò mostra anche a ciascuno di noi la via verso il futuro".
Concetti che è ritornato a ribadire proprio tre giorni fa, incontrando per l'ultima tradizionale Lectio divina i seminaristi del Pontificio Seminario Romano Maggiore, quasi a chiusura del ciclo del suo intenso pontificato, un'eredità per coloro che saranno i sacerdoti di domani: "da cristiani abbiamo il futuro, il futuro è nostro, il futuro è di Dio" e "l'albero della Chiesa non è un albero morente, ma l'albero che cresce sempre di nuovo", "si rinnova sempre", perché "il futuro è realmente di Dio".
Oggi il Papa ha comunicato le sue dimissioni, una "decisione di grande importanza", sicuramente inaspettata, "dopo aver ripetutamente
esaminato la mia coscienza davanti a Dio" e dopo aver sperimentato il venir meno del "vigore sia del corpo, sia dell’animo", altrimenti necessari "per esercitare in modo
adeguato il ministero petrino". Soprattutto, ha aggiunto, "nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e
agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede", riconoscendosene umilmente "incapace".
"Per quanto mi riguarda", ha concluso Benedetto XVI, "anche in
futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la
Santa Chiesa di Dio".
Ecco la chiave di volta, "Santa Chiesa di Dio", dal quale parte tutto e verso dove bisogna orientare la nostra vocazione di Battezzati. La Chiesa è di Dio, così come il suo futuro, ed è per questo che è sempre "viva", è sempre "giovane", sempre si rinnova, come ci ha insegnato Benedetto XVI.
E anche per questo "Giovane Chiesa", questo umile blog, continuerà a raccontare questa vitalità.
Grazie Santo Padre, grazie per la sua profonda umanità ed umiltà e per gli abbondanti doni che Cristo, attraverso di Lei Suo Vicario, ha diramato su tutta la Chiesa in questi splendidi anni di generoso e provvidenziale pontificato vissuto da Servo dei Servi. Le assicuro come sempre le mie preghiere.
Giovanni Tridente
lunedì 11 febbraio 2013
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